lunedì 7 novembre 2011

Raised On Melodies intervista Glauco Cartocci!

Tra i molti misteri che riguardano il mondo del rock ce n'è uno che negli ultimi anni è tornato prepotentemente alla ribalta: la presunta morte di Paul McCartney. Questa, in breve, la storia: nel 1966 Paul sarebbe morto in un incidente automobilistico e sarebbe stato sostituito da un rimpiazzo che, grazie a numerosi interventi di chirurgia plastica, ne avrebbe assunto le sembianze. Tutti gli albums successivi dei quattro (o tre?) di Liverpool sarebbero stati tuttavia riempiti di "indizi", tanto visivi quanto musicali, che avrebbero dovuto portare i fan più scaltri alla scoperta della verità. Nel 2005 Glauco Cartocci ha pubblicato un interessantissimo libro su quest'argomento: "Paul Is Dead. Il Caso Del Doppio Beatle" (Robin edizioni). Raised On Melodies ha la preziosa opportunità di scambiare quattro parole con Glauco e di fare il punto sulla questione P.I.D (Paul is Dead)... e su molto altro!


R.O.M.: Glauco, prima di tutto complimenti per il libro "Paul Is Dead", davvero intrigante e ben realizzato. Immaginiamo sia frutto di una lunga ed estenuante ricerca di 'indizi' ed abbia richiesto non poco tempo per concretizzarsi.


"Si e no: all'epoca della prima stesura, 2004, fui preso da una specie di ossessione, e mi dedicai solo a questo (o quasi) per quattro mesi: la materia la conoscevo e sapevo istintivamente come organizzarla. Partito a Settembre, proposi il tutto, in bozza, all'editore a Gennaio (dicendogli che ci lavoravo da anni ahahahah!). Poi - ovviamente - ci fu un bel lavoro di rifinitura/correzione. Va detto che le edizioni successive, specialmente quest'ultima ("remastered" per così dire), sono gradualmente più approfondite e accurate. Inoltre, si avvalgono (a differenza della prima) dei preziosi apporti dei tanti amici e appassionati conosciuti in Rete. Un bel "work in progress."

R.O.M.:Cosa ti ha spinto a scrivere un saggio ricco sì di aneddoti, ma che in realtà non risolve il mistero della presunta morte di Paul, ed anzi lo infittisce?

"Io vissi in "diretta" l'isteria del 1969, ed essendo un grande fan dei Fab Four la cosa non mi è mai uscita dalla mente, anche se per più di 30 anni (1970-2002) non se ne è  praticamente parlato più. Nel 2003 circa alcuni siti (fra cui quello di Sun King) ripresero decisamente a occuparsi di PID, anche se in modo caotico e spesso irrazionale.
Il mio scopo fu, fin da subito, organizzare la materia in una sorta di "trattato" scientifico, metodico, in cui il lettore potesse trovare elementi. Elementi, non risposte (impossibile avere risposte) ma, avendo dati a disposizione,  possibile crearsi un quadro, e c'è chi alla fine riesce a propendere per una soluzione o un'altra. Io personalmente non ho una mia soluzione, anche se, fra i dieci quadri che traccio, ce ne sono alcuni che mi "attraggono" maggiormente, specialmente quello con il lieto fine ("Via dalla Pazza Folla"). Comunque il libro inizia con "Ho sempre amato Paul McCartney, e se erano due, beh li amo tutti e due."

R.O.M.: In cuor tuo, avresti mai immaginato un successo editoriale di tali proporzioni? 

"E' un po' un'arma a doppio taglio. In realtà, per un piccolo editore (in Italia, per giunta), i risultati di vendita sono più che soddisfacenti, superiori alle previsioni. Il mio rimpianto  che un argomento del genere, affidato a una grossa casa editrice, avrebbe mosso altri numeri. Non certo per merito di Glauco Cartocci, ma perché l'argomento è intrigante e riguarda un grosso personaggio, forse la Star del Rock Classico più importante del mondo rimasta in vita (sia nel caso egli sia Paul Primo, che Paul Secondo)."

R.O.M.:Su Facebook è stata creata una fan page a te dedicata, nella quale i fan dibattono sulla questione. Immagino ti faccia piacere vedere che il tuo lavoro viene apprezzato da così tante persone...

"Fu molto simpatico vedere la pagina del Fan Club creata da due ragazzi abruzzesi, Teo di Diadoro e d Edoardo Romani. Cominciarono un po' per scherzo, poi la cosa si è stabilizzata e rafforzata. Un fatto a cui tengo è che si capisca da subito che io non sostengo alcuna tesi aprioristica (non  un sito PID, per capirci) ed è importante che lo scambio di pareri sia proficuo e corretto. E' anche bello scherzarci su un po', dai, l'umorismo non fa mai male"...

R.O.M.:Raccontaci i punti salienti della tua partecipazione al programma televisivo Voyager.

"In realtà a Voyager ci sono andato... per interposta persona, nel senso che gli spezzoni in cui compaio sono presi da un precedente servizio TV, registrato per Atlantide (La Sette) nel 2006. Da allora di interventi TV ne ho fatti parecchi (fra cui Enigma di Augias, "Cominciamo bene Estate" di Ciampoli-Mirabella, altri ancora per RAI 4 e RAI 2), per non parlare di radio (tanta radio) e conferenze. Sono andato persino al CICAP a fare la "voce fuori dal coro", non so se mi spiego, ahahahah!"

R.O.M.: Cosa ne pensi del servizio apparso sul periodico Wired pubblicato ad agosto del 2009? I risultati sono a dir poco sconcertanti e lasciano a bocca aperta. In teoria il caso sarebbe da considerarsi chiuso...

"Lo studio effettuato dai due periti fu accurato e sconvolgente, tanto più che erano partiti per "smontare scientificamente" la vicenda, e poi hanno (con molta onestà) ammesso di trovarsi di fronte a un risultato di segno opposto. Tuttavia gli stessi Gavazzeni e Carlesi precisano che "non lavorando su un cadavere", ma su delle foto, non si può avere una certezza del 100%. Inoltre, come spesso accade in ogni campo della tecnica, altri esperti (dei quali non conosco le competenze) misero subito in dubbio i risultati (un po' anche per partito preso). La cosa singolare è che nessun TG ne dette la notizia, pur essendo agosto, periodo in cui ogni pettegolezzo e notiziola del mondo dello spettacolo fa comodo, giornalisticamente. Chissà perché questa "congiura del silenzio", me lo chiedo ancora? Voi, amici, avete opinioni in proposito a questo strano "ignorare" lo scoop?" 

R.O.M.:Parlando del contenuto aggiornato del libro, appare sorprendente l'esito dell'indagine svolta sulla famigerata automobile di Paul, che rileva inequivocabilmente le tracce di un serio incidente automobilistico...

"Certo. Donato Pastore, il mio agguerritissimo collaboratore, ha parlato con il restauratore in modo pi approfondito di qualsiasi altro giornalista (molti organi di stampa, di varia caratura, sono andati -a fine 2010- a intervistare il titolare dell'Officina). 
Il paradosso  che i media titolavano " la fine di una leggenda" adducendo come argomento che "l'incidente non poteva essere mortale". Ridicolo. A parte che in un incidente automobilistico (anche a bassa velocità) può succedere di tutto, anche sfigurarsi permanentemente, va rilevato che  la prima volta che viene provata l'esistenza dell'incidente stesso, che coinvolse l'Aston di Paul McCartney, proprio in quel periodo, fine 1966. Nel mio modo di ragionare, la cosa aggiunge dubbi piuttosto che fugarli: fino a ieri quella dell'incidente era solo una diceria, oggi provato."

R.O.M.: Anche lo stemma scelto da George Martin nel 2004, al momento di divenire 'Sir' darebbe adito ad ulteriori dicerie. Personalmente, lo troviamo persino più inquietante di tanti indizi provenienti direttamente dalla produzione dei Fab Four...

"Verissimo. Alle volte mi chiedo: 

1. come mai questa messe di indizi non finisce mai;
2. chi ha interesse, in ogni caso (PIA o PID che sia) a gettare benzina sul fuoco;
3. per paradosso, direi che se fosse tutto un "gioco" (burla, inganno o puzzle, come vogliamo definirlo) ci sarebbero comunque tante e tante domande da fare agli autori (i Beatles e Martin), i misteri sarebbero tanti anche nel caso Paul non sia mai stato sostituito."

R.O.M.: Nell'ultima edizione del saggio, hai inserito i cosiddetti dieci scenari possibili, che appaiono come una sorta di spy stories dai tratti a volte fantascientifici (vedi la presunta clonazione). A mente fredda, quale ritieni la possibilità più verosimile?

"Questa risposta cambia ogni giorno. E' un noto fenomeno definito, in Psicologia, dell'Inflazione Negativa. Più ne sai su un argomento, più vedi le cose da tante angolazioni, pi risulta difficile decidere dove sta la verità. A meno che uno non voglia dimostrare una tesi preconcetta, ovvio. Non so qual ipotesi sia la più attendibile, so che quella che in fondo preferirei  "via dalla Pazza Folla", Paul si ritira perché si è stufato, addestra il successore. Tutti felici e contenti, compresi noi che abbiamo due Paul ---"TWO is meglio che One"...
Anche quella degli Extraterrestri, pur essendo ovviamente la più estrema, l'unica che spiegherebbe tutto ma proprio tutto... Ma bisogna essere molto dotati di fantasia e aperti ai misteri, per accettarla..." 

R.O.M.: E' innegabile che da parte dei Beatles si sia cercato di porre l'attenzione su alcune stranezze relative alla figura di Paul (due esempi oggettivi: il fatto che sul back cover di "Sgt. Peppers" sia fotografato di spalle e che sulla front cover di "Abbey Road" sia scalzo con il passo sfasato rispetto agli altri e ad occhi chiusi). Non credi che una band già di suo leggendaria abbia alimentato un mito macabro per  divertirsi alle nostre spalle, prendendo in giro tanto i fans quanto i tanto odiati (da John, soprattutto) critici?

"In teoria sì, è la Great Hoax, l'ipotesi da cui ogni individuo razionale NON può prescindere, ed è sempre molto probabile. Però, come dicevo sopra, tale burla sarebbe infinita, continua negli anni anche dopo la morte di John e George, ed è di una tale complessità che ci sarebbero voluti Leonardo da Vinci e Sherlock Holmes, più Lewis Carroll e Allan Poe, per ordire una trama così intricata e fitta.
Allora la domanda: se anche fosse, quanti indizi incredibili sono aggiuntivi, dovuti al Caso, che a sua volta si è divertito a metterci lo zampino con paradossali conicidenze?"

R.O.M.: "Paul Is Dead" è indubbiamente il tuo libro pi famoso, ma non è l'unico. Illustraci brevemente la genesi delle altre tue pubblicazioni legate al mondo della musica: "L'Uomo Dei Rockodrilli" e "Come Era Nero Il Vinile".

"Il primo è un libro diviso in due parti: all'inizio ci sono dei "Fantanecrologi per i miti del nostro tempo", ovvero dei "coccodrilli" per persone oggi ancora vive, come Woody Allen, Bob Dylan, Madonna. C'era pure quello di Michael Jackson, il cui decesso (nella finzione) era previsto per il 2011, ma la realtà mi ha anticipato (guai a chi dice che porto sfiga!). La seconda metà del libro, invece, è costituita da quattro racconti di Fantascienza rock, in cui immagino il futuro della musica... e altro. "Come Era Nero Il Vinile" è invece un romanzo breve, un thriller rock. Tratta delle avventure del Detective Floyd Hendrix, titolare dell'agenzia investigativa Orecchio Privato, specializzata in problematiche connesse al mondo della musica, expertise su reperti d'epoca, ricerche di registrazioni d'annata. Indagando su un traffico di falsi vinile, scopre che dietro la truffa si cela una catena di suicidi, che coinvolge numerose personalità molto in vista nel Regno Unito.
Parallelamente si muove un enigmatico personaggio, a sua volta manovrato da una sorta di spettro, la Donna Nera, la Regina d'Ebano.
Proseguendo nell'indagine, il detective discografico finirà per constatare come molti indizi riconducano alla storia degli anni Sessanta, agli idoli dell'epoca, alle grandi illusioni giovanili infrantesi nei decenni successivi. Floyd Hendrix si troverà così intrappolato in un vortice di impensabili coincidenze e,al termine del percorso, sarà messo di fronte alle sue stesse, più profonde paure. Mi sono molto divertito nello scrivere questi due libri, e chi li ha letti mi ha detto che si percepisce un certo umorismo di fondo... alla faccia dei temi impegnativi."

R.O.M.: La casa editrice Aerostella - per cui sono stati pubblicati questi due lavori - è di proprietà di Franz Di Cioccio. A quando un libro sulla PFM?

"Franz e la moglie (e producer) Iaia sono due persone deliziose, ma io non sono la persona adatta per trattare di PFM, perché seguo poco il rock italiano, da sempre. Sulla band c'è molto materiale, scritto da gente sicuramente più esperta di me." 

R.O.M.: Da fan dei Beatles, preferisci la carriera solista di John o quella di Paul (taciamo volutamente su quelle più discontinue di George e soprattutto di Ringo)?

"Ti stupirà, ma preferisco di gran lunga George -  stato un vero dolore perdere la sua grande anima. La sua carriera è stata discontinua, ma presenta un grandissimo doppio album (All Things Must Pass) mentre gli altri non hanno fatto nemmeno un album grandioso. Lasciando da parte Ringo, che non ne aveva la caratura, John ha fatto pochissimo (io salvo al massimo 5-6 canzoni davvero buone, con un solo grande brano, Istant Karma); Paul ha fatto qualcosa di più, durante tanti anni, ma brani sparsi, non LP perfetti. Forse il migliore  Flaming Pie, dove ci sono almeno tre grandissimi brani (Somedays, Little Willow, Calico Skies)."

R.O.M.: Domanda banale, ma non possiamo esimerci dal farla: quale è il tuo disco preferito dei Fab Four?

"Questa è la domanda più facile: Sgt. Pepper's per me l'album PERFETTO, l'apice di tutta la storia del rock, anche se adoro infinitamente anche Revolver... Posso ringraziarvi, ragazzi, della cortesia e della vostra competenza in materia?"

Ringraziamo te Glauco per la tua disponibilità!

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